Uovonero celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre) con una storia di amicizia, coraggio e solidarietà contro i pregiudizi di ieri e di oggi.
Arriva in Italia il romanzo dell’autrice e attivista per i diritti J. Albert Mann ispirato alle vicende delle internate nella Scuola del Massachusetts per deboli di mente. Una storia che racconta le atrocità inflitte, nel nome della “scienza”, a ragazze e donne considerate inadatte e incapaci di vivere nella società e per questo rinchiuse.
In libreria dal 4 ottobre
“Rispettoso, coraggioso, illuminante.” Kirkus Reviews
“Mann ha ricostruito in maniera efficace e dettagliata l’ambientazione, ma, cosa più importante, ha creato quattro personaggi complessi che traggono forza e ispirazione l’uno dall’altro. Affrontando temi come disabilità, pregiudizi, abusi e resilienza, spinge il lettore a riflettere sul modo in cui vengono usate e attribuite le etichette.“
Booklist
«Per quanto tempo devi stare qua?» chiese London.
La ragazza la squadrò lungamente.
«Che c’è?» chiese London.
«Vuoi dire, in isolamento terapeutico?» domandò quella.
«No, in questo posto. Questo… ospedale, o quel che è».
«La scuola Fernald» rispose la ragazza. «Sono qui per la vita. Come te. Come tutte quante».
«Per la vita?»
«Segregazione per le disadattate» disse la ragazza, e si strinse nelle spalle. «Sei stata dichiarata inadatta al mondo. Questa non è una prigione. Non c’è libertà sulla parola. Dovrai vivere qui adesso, come me… come loro…»
Stati Uniti, anni ’20 del secolo scorso: la Scuola del Massachusetss per deboli di mente è un luogo da cui, una volta entrati, non si può più uscire. Le giornate sono scandite da orari e regole ferree: il fischio alle cinque e trenta del mattino nel dormitorio, le sedute periodiche ai gabinetti, le camminate in tondo sulle piste dell’istituto, i pasti, le attività pratiche di Educazione alla Manualità, le punizioni per chi non rispetta le regole.
È il destino che accomuna Rose, Maxine e Alice, tre ragazze definite “idiote”, “imbecilli” o “ritardate”. Rose ha la sindrome di Down e deve fare i conti con operatori crudeli e compagne prepotenti. Maxine, sua sorella maggiore, cerca in tutti i modi di proteggerla. Alice è stata abbandonata lì dal fratello per via del suo piede equino ed è innamorata di Maxine, ma l’omosessualità viene considerata una malattia, quindi è costretta a nascondere i suoi sentimenti. Eppure, in quel luogo dove non è consentito esprimere emozioni, dove ognuna nasconde ciò a cui tiene di più, le tre ragazze sono amiche e complici, sostegno e ragione di vita l’una per l’altra.
L’arrivo di London, coraggiosa e ribelle, cambierà le loro vite e rafforzerà il legame che le unisce. London è incinta, non è sposata ed è ritenuta debole di mente e moralmente instabile. Non ha però alcuna intenzione di accettare passivamente il giudizio di una società ingiusta ed è determinata a correre ogni rischio pur di fuggire. Proprio come Edmond Dantès, il protagonista de Il conte di Montecristo, il romanzo di Alexander Dumas che London legge e rilegge, affascinata dalle sue avventure. Riuscirà a instillare nelle compagne un germe di libertà?
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, istituita il 10 ottobre 1992 con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi di salute mentale e combattere stigma e discriminazioni, arriva in Italia Le Degenerate, di Jennifer Albert Mann, attivista statunitense per i diritti delle persone disabili e autrice di numerosi romanzi middle grade e young adult. Un romanzo sul coraggio e la forza dell’amicizia in grado di combattere i pregiudizi e scardinare le regole.
ISPIRATO A VICENDE REALI
«Una ritardata è un elemento pericolosissimo per la società. Da un punto di vista biologico è un essere umano inferiore. È una cosa certamente sgradevole a dirsi, ma scientificamente inappuntabile».
London, Alice, Maxine e Rose e tutti gli altri personaggi che si incontrano fra le pagine del romanzo danno voce a persone realmente esistite, le cui vite si sono intrecciate nella Scuola per idioti e deboli di mente del Massachusetts (chiamata in seguito Scuola del Massachusetts per deboli di mente, poi Scuola Walter E. Fernald dopo la morte del dottor Walter Fernald, uno dei sovrintendenti). La scuola fu fondata nel 1848 e rimase in funzione ben oltre l’epoca di London, Rose, Alice e Maxine, chiudendo i battenti solo nel 2014.
«Tutte le affermazioni discriminatorie pronunciate dai medici e dalle infermiere sono state davvero scritte da medici e infermieri nella realtà. Ho ripreso parole e frasi da documenti e relazioni, cambiando solo i pronomi o i tempi verbali secondo necessità, e le ho inserite nella narrazione. La struttura, il metodo e i programmi di questo istituto, e di molti altri in tutti gli Stati Uniti – spiega ancora Mann – sono cambiati pochissimo nel corso di quei 166 anni. Il mondo è andato avanti… dimenticandosi delle persone rinchiuse in quegli istituti. Oggi, purtroppo, si sta ancora rimediando ai danni creati dall’idea che la diversità debba essere punita anziché valorizzata».
Dalla nota di J. Albert Mann al termine del romanzo
IL RUOLO DELL’EUGENETICA
Le teorie e i metodi applicati nella scuola Fernald sono riconduncibili all’eugenetica, pseudoscienza che negli Stati Uniti fece propria l’idea del miglioramento della razza umana e definì come “migliori” gli uomini e le donne di pelle bianca, delle classi medie e alte, gli eterosessuali e “normodotati” che vivevano secondo gli standard sociali e morali del tempo. Chiunque non rientrasse entro quei confini perché ‘diverso’ rischiava di venire rinchiuso in istituto e/o sterilizzato, anche contro la sua volontà. Si stima che tra il 1907 e il 1980 negli Stati Uniti siano state sterilizzate settantamila persone. Gli Stati Uniti non furono i soli a adottare programmi di eugenetica che prosperarono in America Latina, Europa e Asia e nella Germania nazista.
LA SCUOLA FERNALD E I MANICOMI ITALIANI
Il pregiudizio nei confronti dei ‘diversi’ ebbe conseguenze anche in Italia. Le vicende delle protagoniste del romanzo ricordano le sorti toccate ai ‘matti’ segregati nei manicomi in condizioni degradanti e disumane, senza prospettive e abbandonati a sé stessi. Fu solo la legge Basaglia sul finire degli Anni Settanta a restituire dignità alla malattia mentale, chiudendo i manicomi e considerando il paziente come una persona da accogliere, ascoltare e aiutare, e non da recludere o nascondere. Molto è stato fatto, ma ancora oggi permane lo stigma nei confronti della malattia e del disagio mentale.
UNO SGUARDO AL PASSATO CHE CI SPINGE A RIFLETTERE SULLA NOSTRA SOCIETÀ
Sebbene ambientato nel passato, Le Degenerate è un romanzo che fornisce molti spunti di riflessione sulla società attuale: le vicende delle protagoniste ci spingono a interrogarci su quanto ancora oggi etichette e pregiudizi condizionino i nostri atteggiamenti e comportamenti.
«Oggi rimaniamo allibiti di fronte a idee come quelle del dottor Fernald quando definisce Maxine come una criminale appellandosi a ragioni biologiche, e diagnosi come ‘idiota’, ‘imbecille’ e ‘ritardato’ sarebbero considerate semplicemente assurde. Ma se è facile guardare al passato e chiedersi come si facesse a credere cose così ridicole, molto più arduo è guardarci intorno adesso e chiederci quali parole e idee che consideriamo vere e affidabili diventeranno ridicole in futuro».
Dalla nota di J. Albert Mann al termine del romanzo
Le degenerate
scritto da J. Albert Mann
traduzione di Giuseppe Iacobaci
cm 14 x 20,5
pp. 336, romanzo
euro 16,00
ISBN 979-12-8010-423-6
Età: 14+
L’AUTRICE
Jennifer Albert Mann è un’attivista per i diritti delle persone disabili e ha conseguito un master in scrittura per bambini e giovani adulti presso il Vermont College of Fine Arts. Autrice di numerosi romanzi middle grade e young adult, tra cui The Degenerates – vincitore del Massachusetts Book Award e inserito nel 2023 nella IBBY Selection of Outstanding Books for Young People with Disabilities – preferisce le storie che non terminano con un lieto fine. Nata e cresciuta in New Jersey, attualmente vive su una barca nel porto di Boston.
Il suo sito è jalbertmann.com
IL TRADUTTORE
Giuseppe Iacobaci, siciliano, cinquantadue anni, da venti traduce libri di autori come Frances Hardinge, Neil Gaiman, David Almond, Patrick Ness. Sue traduzioni sono state candidate a diversi premi (Strega Ragazzi, Capalbio, Orbil, Rodari, Rivista Andersen); coideatore e autore della «Rivista dei Ragazzi». Canta in una band noise rock chiamata Long Hair In Three Stages.
La casa editrice
UOVONERO
Fondata nel 2010 a Crema da Enza Crivelli, Lorenza Pozzi e Sante Bandirali, uovonero è una casa editrice di libri inclusivi, ad alta leggibilità, che promuovono una cultura della diversità e si propongono di rendere la lettura un diritto di tutti, con la consapevolezza e la convinzione che i libri possano cambiare la vita in momenti come l’infanzia e l’adolescenza. La casa editrice ha scoperto – e tradotto – talenti come Siobhan Dowd, Lynda Mullaly Hunt, Henry Winkler, Elle McNicoll, Pietro Albì, Pam Smy, Emma Shoard, Francesca Corso, Giovanni Colaneri.
Fra i titoli di maggior successo, Il mistero del London Eye, di Siobhan Dowd, Premio Andersen 2012 e uscito in nuova edizione ad alta leggibilità con guida libristica nel 2024, Una per i Murphy, di Lynda Mullaly Hunt, Vincitore Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020, Il riscatto di Dond, di Siobhan Dowd, Finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016, Un pesce sull’albero, di Lynda Mullaly Hunt, Finalista Premio Andersen 2016, Vincitore dello Schneider Family Book Award 2016, Vincitore del Premio Cento 2017.
Il romanzo Lilo, scritto da Inés Garland, illustrato da Maite Mutuberria e tradotto da Francesco Ferrucci, ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2023 nella categoria 8+.
L’albo Rumple Buttercup di Matthew Gray Gubler tradotto da Sante Bandirali ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2024 nella categoria “Libro d’esordio”.
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