Victoria Grondin immagina un mondo rovesciato, dove nascere autistici è la norma mentre i neurotipici sono considerati disabili.
Un romanzo distopico che interroga il lettore sul concetto di “normalità” e di esclusione. E sul desiderio, profondamente umano, di essere compresi, di essere amati.
Lei, Victoria Grondin, è una giovanissima autrice canadese. Lui, Guillaume, è il protagonista del suo primo romanzo. Il paziente 009, il caso da studiare, l’estraneo, il complicato, il non omologato. Nel nostro mondo lui sarebbe neurotipico, ma nel suo no; vive sentendosi addosso gli sguardi e le etichette: è lui il diverso.
«Nell’universo alternativo che ho creato, tutto il mondo attorno a Guillaume è autistico ed è lui che non capisce. La sua diversità nel confronto con gli altri lo pone in uno stato di rabbia sorda che non sa spiegare». Victoria Grondin
È un continuo corto circuito cognitivo quello che avviene durante la lettura di Divergente: c’è una società perfettamente organizzata e capace di rispondere alle esigenze della popolazione nata – tutta – con i disturbi dello spettro autistico. E c’è Guillaume, che quelle caratteristiche non le ha, che sa di essere un peso e di tirarsi addosso gli sguardi di riprovazione, che soffre il pregiudizio, presente negli occhi e nelle parole di tutti, a partire dai suoi stessi genitori. Un essere imperfetto, un errore, uno sbaglio.
È un continuo corto circuito cognitivo quello che avviene durante la lettura di Divergente: c’è una società perfettamente organizzata e capace di rispondere alle esigenze della popolazione nata – tutta – con i disturbi dello spettro autistico. E c’è Guillaume, che quelle caratteristiche non le ha, che sa di essere un peso e di tirarsi addosso gli sguardi di riprovazione, che soffre il pregiudizio, presente negli occhi e nelle parole di tutti, a partire dai suoi stessi genitori. Un essere imperfetto, un errore, uno sbaglio.
Ai loro occhi, io sputo ondate di veleno.
Sono un errore. Un errore totale.
La prova che l’essere umano non è sempre perfetto.
Guillaume si sente capito solo dalla dottoressa Grandin, che sin da quando è piccolo gli spiega come funziona la sua mente, e lo accompagna a cogliere le differenze tra lui e gli altri, tutti gli altri. Il corso della sua esistenza cambia quando conosceGrace, una ragazza amante del jazz che ha molto in comune con lui, di cui si innamora perdutamente. Finalmente può specchiarsi in qualcuno che è come lui. Che vibra come lui. Almeno apparentemente.
Un romanzo schietto narrato in prima persona, sperimentale, che si dipana in un dialogo ininterrotto tra il dentro e il fuori, tra l’io e l’altro, con alcuni colpi di scena e un finale che evidenziano il senso di straniamento, compagno fedele di tutta la lettura. Una storia in cui l’autismo è descritto in un modo nuovo, positivo e incoraggiante, e dove vengono attraversati anche altri temi, il primo amore, il tradimento, l’incontro con la musica jazz, perfetta metafora della libertà del sentire, della creatività, dell’improvvisazione. L’autrice compie inoltre un’operazione concettuale intrigante, disseminando il testo di indizi, nomi, omaggi e riferimenti, che possono essere colti solo da chi l’autismo lo conosce da vicino, lo studia, o ci convive. La stessa genesi del romanzo è suggestiva. Victoria Grondin, a 14 anni, ha partecipato a un camp con adolescenti disabili e, affascinata dalla complessità dell’autismo, ha deciso di approfondire l’argomento, realizzando un progetto scolastico in quinta superiore su questo argomento. L’universo capovolto di Guillaume è nato così.
Io ho sette braccialetti verdi. È l’unico segno fisico che dimostra la mia diversità. Detesto indossarli. Quando gli altri li vedono, so già che distoglieranno lo sguardo, troppo turbati da questa irregolarità per volermi restare vicino. Non ho peculiarità sensoriali. Non è un difetto, è il primo degli indizi della mia diversità. Il primo di una lunghissima serie.
Dati tecnici
di Victoria Grondin, trad. di Sante Bandirali | 160 pagine | formato 14 x 20,5 cm
Collana i geodi | ISBN 9791280104304 Euro 15,00 | Età: 11+ | In libreria dal 28 aprile 2023
Libro ad alta leggibilità
RICONOSCIMENTI
È stato finalista al Prix littéraires Bibliothèque de Québec – SILQ (Littérature jeunesse) 2016.
È stato selezionato in IBBY Collection for Young People with Disabilities nel 2017.
Ha vinto il Premio Cécile-Gagnon 2016.
“L’autrice, che ha saputo brillantemente ribaltare il nostro mondo neurotipico con quello delle persone con funzionamento atipico, ha firmato un romanzo sorprendente che parla, in concreto, dell’isolamento e della stigmatizzazione di una persona. Questa storia, commovente e stimolante, ci porta a mettere in discussione l’accettazione di sé e degli altri. ‘Divergente’ parla dell’autismo in modo chiaro, profondamente poetico e ottimista. Si legge come una poesia, come una storia d’amore, come il racconto di un tradimento, come un’informazione scientifica, una nuova visione sull’educazione, un diario. Un vero piacere da leggere.”
Giudizio della Giuria al Premio Cécile-Gagnon 2016
L’autrice
Victoria Grondin è nata il 17 luglio 1997 in Quebec, Canada. Studia scienze sociali alla Champlain St. Lawrence High School. Nel tempo libero scrive, studia neuropsicologia e disegna. Dall’età di 14 anni è appassionata di autismo. Questo è il suo primo romanzo.
Il traduttore
Sante Bandirali nel 2010 è tra i fondatori della casa editrice uovonero, di cui è attualmente direttore editoriale. Ha tradotto, fra gli altri, tutti i romanzi di Siobhan Dowd (fra cui Il mistero del London Eye, Premio Andersen 2012), di Henry Winkler e di Lynda Mullaly Hunt. Con Una per i Murphy si è aggiudicato nel 2020 il Premio Strega Ragazze e Ragazzi per la Traduzione. Come autore ha pubblicato racconti e albi illustrati, fra cui L’uovo nero (uovonero 2020, con le illustrazioni di Alicia Baladan, Marchio Microeditoria di Qualità 2020, IBBY Honour List 2021). Per Rai Radio 3 ha scritto e condotto la puntata di Wikiradio dedicata a Charles Bliss, pioniere della comunicazione aumentativa alternativa, andata in onda nel gennaio 2020.
Loghi
Casa editrice
UOVONERO
Fondata nel 2010 a Crema da Enza Crivelli, Lorenza Pozzi e Sante Bandirali, uovonero è una casa editrice di libri inclusivi, ad alta leggibilità, che promuovono una cultura della diversità e si propongono di rendere la lettura un diritto di tutti, con la consapevolezza e la convinzione che i libri possano cambiare la vita in momenti come l’infanzia e l’adolescenza.
L’articolazione delle collane descrive il progetto editoriale della casa editrice: libri con rinforzi comunicativi, che utilizzano strumenti di CAA (comunicazione aumentativa e alternativa), per bimbi in età prescolare o con difficoltà cognitive in simboli PCS (pesci parlanti) o versioni in simboli WLS di celebri albi illustrati (i libri di Camilla); saggi sull’autismo (i raggi); albi illustrati, libri di narrativa che aiutano gli altri a capire e ad accettare chi è diverso (i geodi); libri di narrativa ad alta leggibilità che affrontano il tema della dislessia in modo attento ma leggero e divertente (abbecedanze). E una collana di giochi per divertirsi e imparare, nel rispetto delle diversità e della collaborazione non competitiva (altrimenti). La casa editrice ha scoperto – e tradotto – talenti come Siobhan Dowd, Lynda Mullaly Hunt, Henry Winkler, Elle McNicoll, Pietro Albì, Pam Smy, Emma Shoard, Francesca Corso, Giovanni Colaneri. Fra i titoli di maggior successo, Il mistero del London Eye, di Siobhan Dowd, Premio Andersen 2012, Una per i Murphy, di Lynda Mullaly Hunt, Vincitore Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020, Il riscatto di Dond, di Siobhan Dowd, Finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016, Un pesce sull’albero, di Lynda Mullaly Hunt, Finalista Premio Andersen 2016, Vincitore dello Schneider Family Book Award 2016, Vincitore del Premio Cento 2017.
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